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Xenpozyme a base di Olipudasi alfa per il trattamento dei pazienti con deficit di sfingomielinasi acida


Xenpozyme, il cui principio attivo è Olipudasi alfa, è un medicinale indicato per il trattamento dei pazienti affetti da deficit di sfingomielinasi acida ( ASMD ), un’affezione genetica storicamente nota come malattia di Niemann-Pick di tipo A, A/B e B.
Esistono tre tipi di malattia di Niemann-Pick ( A, B e C ), con cause genetiche diverse e sintomi diversi.
Xenpozyme è indicato in pazienti di tipo A/B o B per il trattamento dei sintomi del deficit di sfingomielinasi acida che non interessano il cervello.

La malattia di Niemann-Pick è rara e Xenpozyme è stato qualificato come medicinale orfano ( medicinale utilizzato nelle malattie rare ) il 5 dicembre 2016.

Xenpozyme deve essere somministrato da un operatore sanitario in grado di fornire un’assistenza medica adeguata a gestire reazioni potenzialmente gravi, quali ipersensibilità ( reazioni allergiche ) che interessano l’intero organismo.
Xenpozyme è somministrato per infusione in vena ogni due settimane.
La dose raccomandata dipende dal peso del paziente. Il trattamento inizia con una dose bassa, che viene gradualmente aumentata fino al raggiungimento di quella raccomandata, di solito dopo 14-16 settimane. La durata dell’infusione varia da 18 a 220 minuti ( quasi 3,7 ore ) in base alla dose.

A causa di una mutazione genetica, i pazienti affetti da deficit di sfingomielinasi acida di tipo A, A/B e B sono privi di un enzima funzionale, la sfingomielinasi acida, presente nei lisosomi ( parti delle cellule dell’organismo che scompongono le sostanze nutritive e di altro tipo ) e necessaria per scomporre alcuni grassi. Il conseguente accumulo di grassi modifica il meccanismo d’azione delle cellule e ne provoca la morte, compromettendo il normale funzionamento dei tessuti e degli organi, tra cui fegato, milza, polmoni, cuore e cervello.
Il principio attivo di Xenpozyme, Olipudasi alfa, è una copia del normale enzima sfingomielinasi acida. È atteso che Olipudasi alfa sostituisca l’enzima difettoso dei pazienti, riducendo in tal modo l’accumulo di grassi all’interno dei lisosomi e alleviando alcuni dei sintomi della malattia.
Tuttavia, non si prevede un miglioramento dei sintomi a carico del cervello, poiché il medicinale non è in grado di attraversare la barriera emato-encefalica che separa il sangue dal tessuto cerebrale.

Xenpozyme ha dimostrato di migliorare la funzione polmonare e di ridurre il volume della milza sia negli adulti che nei bambini.

In uno studio principale condotto su 36 adulti affetti da deficit di sfingomielinasi acida di tipo B o A/B il miglioramento della funzione polmonare è stato misurato in base al cambiamento nella capacità di diffusione del monossido di carbonio ( DLco ), un tipo di gas utilizzato in piccole quantità per misurare la quantità di ossigeno che passa dai polmoni al sangue.
Dopo un anno di trattamento l’aumento della DLco è stato maggiore nel gruppo di pazienti trattati con Xenpozyme ( 22% in media ) rispetto al gruppo al quale è stato somministrato placebo, un trattamento fittizio ( 3% in media ). Misurato sulla base di altre affezioni polmonari, un aumento superiore al 15% è considerato un miglioramento significativo.
Inoltre, dopo un anno di trattamento, il volume della milza nei pazienti trattati con Xenpozyme si è ridotto in media del 39%, mentre è aumentato in media dello 0,5% nei pazienti ai quali è stato somministrato placebo. Sulla base dei valori di riferimento per la malattia di Gaucher ( un’altra malattia genetica in cui i grassi si accumulano nella milza e in altri organi ), una riduzione del volume della milza superiore al 30% è considerata clinicamente significativa.

Un secondo studio principale è stato condotto su 20 pazienti di età inferiore ai 18 anni ( 4 adolescenti, 9 bambini, 7 neonati / bambini piccoli ), tutti trattati con Xenpozyme. Il medicinale è risultato agire allo stesso modo e avere gli stessi effetti nei bambini e negli adulti. Sono stati osservati anche miglioramenti nella funzione polmonare e nel volume della milza, con un aumento medio della DLco del 33% e una riduzione del volume della milza del 49% dopo un anno di trattamento.

Gli effetti indesiderati più comuni di Xenpozyme ( che possono riguardare più di 1 persona su 10 ) sono: cefalea, febbre, sensazione di prurito, orticaria ( esantema pruriginoso ), nausea, vomito, dolore addominale, dolore muscolare e aumento del livello di proteina C-reattiva nel sangue ( un marcatore di infiammazione ).
Negli studi clinici reazioni associate all’infusione, tra cui ipersensibilità ( reazioni allergiche ), si sono verificate in più di 1 adulto su 2 e in circa 2 bambini su 3.
Effetti indesiderati gravi segnalati durante le sperimentazioni cliniche sono stati: extrasistoli ( battiti in eccesso che interrompono il normale ritmo cardiaco ) in un paziente che aveva già subito danni al muscolo cardiaco. Nei bambini sono stati segnalati reazione anafilattica ( reazione allergica grave e improvvisa ) e gravi casi di orticaria, eruzione cutanea, ipersensibilità e aumento del livello ematico di alanina aminotransferasi ( un enzima epatico ). Le reazioni di ipersensibilità gravi associate all’infusione sono state più comuni nei bambini che negli adulti.

Per i pazienti affetti da deficit di sfingomielinasi acida esistono opzioni di trattamento molto limitate. È stato dimostrato che Xenpozyme arreca benefici clinicamente significativi ai pazienti con deficit di sfingomielinasi acida di tipo B o A/B, migliorando la funzione polmonare e riducendo il volume della milza.
In termini di sicurezza gli effetti indesiderati di Xenpozyme sono generalmente da lievi a moderati. Possono verificarsi effetti indesiderati più gravi, in particolare reazioni allergiche gravi, che tuttavia sono considerati gestibili con le misure di minimizzazione dei rischi in atto.
L’Agenzia europea per i medicinali, EMA, ha deciso che i benefici di Xenpozyme sono superiori ai rischi. ( Xagena2022 )

Fonte: EMA, 2022

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