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Trattamento del sovraccarico cronico di ferro: Exjade, un chelante del ferro


Exjade è un medicinale contenente il principio attivo Deferasirox, che trova indicazione nel trattamento del sovraccarico cronico di ferro ( un eccesso di ferro nell’organismo ) nei seguenti gruppi di pazienti:

a) pazienti di età superiore a sei anni con beta talassemia major ( una malattia ematica ereditaria a causa della quale la quantità di emoglobina nel sangue non è sufficiente ) e sottoposti a trasfusioni di sangue frequenti;

b) bambini di età compresa fra due e cinque anni con beta talassemia major che ricevono trasfusioni di sangue frequenti, quando la Deferoxamina ( un altro medicinale usato per il trattamento del sovraccarico di ferro ) non può essere utilizzata o è inadeguata;

c) pazienti di età superiore a due anni con beta talassemia major che ricevono trasfusioni di sangue non-frequenti, quando la Deferoxamina non può essere utilizzata o è inadeguata;

d) pazienti di età superiore a due anni con diversi tipi di anemia ( bassi livelli di emoglobina nel sangue ) che ricevono trasfusioni di sangue, quando la Deferoxamina non può essere utilizzata o è inadeguata;

e) pazienti di età superiore a 10 anni che presentano sindromi talassemiche non trasfusione-dipendenti, quando la Deferoxamina non può essere utilizzata o è inadeguata. Tali sindromi sono disturbi ematici simili alla beta talassemia major che tuttavia non rendono necessarie trasfusioni di sangue. In questi pazienti il sovraccarico di ferro è causato dall’assorbimento eccessivo di ferro dall’intestino.

Poiché il numero di pazienti affetti da sovraccarico cronico di ferro è basso, la malattia è considerata rara ed Exjade è stato qualificato come medicinale orfano il 13 marzo 2002.

Exjade è disponibile sotto forma di compresse dispersibili, che vengono mescolate con un liquido per formare una sospensione che il paziente può bere. Ogni compressa contiene 125 mg, 250 mg o 500 mg di Deferasirox.

Per il sovraccarico cronico di ferro dovuto a trasfusioni di sangue, il trattamento inizia quando il paziente ha ricevuto circa 100 ml di globuli rossi concentrati per chilogrammo di peso corporeo o quando sono presenti segni di sovraccarico di ferro ( ossia quando i livelli nel sangue di ferritina, la proteina dell’organismo che immagazzina il ferro, superano 1 mg per litro ). Il trattamento normalmente comincia con una dose di 20 mg per chilogrammo di peso corporeo ( mg/kg ). A seconda della frequenza delle trasfusioni a cui è sottoposto il paziente, si possono usare anche dosi iniziali di 10 o 30 mg/kg. Queste dosi vengono successivamente adeguate, se necessario, ogni 3-6 mesi, in base alla risposta.

Nei pazienti con sindromi talassemiche non trasfusione-dipendenti, il trattamento comincia quando ci sono le prove di un sovraccarico di ferro; la dose iniziale raccomandata è di 10 mg/kg. La dose viene quindi adeguata come del caso, ogni 3-6 mesi, a seconda della risposta. Il trattamento deve essere interrotto quando sono raggiunti livelli di ferro soddisfacenti.

Exjade deve essere assunto ogni giorno, preferibilmente alla stessa ora, a stomaco vuoto ( almeno 30 minuti prima dell’assunzione di cibo ). Il numero di compresse di ogni dosaggio che costituiscono una dose è calcolato in base al peso del paziente. Le compresse vengono disciolte mescolandole in un bicchiere d’acqua o di succo di frutta per formare una sospensione che il paziente deve bere.

Il principio attivo di Exjade, Deferasirox, è un chelante del ferro. Si lega al ferro presente in eccesso nell’organismo formando un composto, denominato chelato, che può essere escreto, principalmente attraverso le feci. Ciò contribuisce a correggere il sovraccarico di ferro e impedire danni a organi come il cuore o il fegato a causa dell’eccesso di ferro.

Per quanto riguarda il sovraccarico cronico di ferro dovuto a trasfusioni di sangue, Exjade è stato esaminato in uno studio principale che l’ha messo a confronto con la Deferoxamina in 591 pazienti con beta talassemia major.
Circa la metà dei pazienti era di età inferiore a 16 anni, e 56 erano di età inferiore a sei anni. Il medico e i pazienti erano a conoscenza del medicinale utilizzato poiché Exjade veniva somministrato per via orale mentre la Deferoxamina veniva somministrata per infusione sottocutanea nel corso della notte.
L’efficacia è stata misurata osservando il livello del ferro contenuto nel fegato prima e dopo un anno di trattamento con i medicinali. Uno studio supplementare ha esaminato l’efficacia di Exjade in 184 pazienti che non potevano essere trattati con Deferoxamina, compresi pazienti affetti da beta talassemia major e da altri tipi di anemia.

Exjade è stato inoltre esaminato in uno studio principale su 166 pazienti ( fra cui 21 pazienti di età compresa fra 10 e 18 anni ) di età superiore a 10 anni con sindromi talassemiche non trasfusione-dipendenti e sovraccarico di ferro. In questo studio Exjade è stato confrontato con placebo; la misura principale dell’efficacia era costituita dalla variazione dei livelli di ferro nel fegato dopo 12 mesi di trattamento.

Alla fine dello studio principale sul sovraccarico cronico di ferro dovuto a trasfusioni di sangue, il 53% dei pazienti che avevano ricevuto Exjade ha mostrato una risposta sufficiente al trattamento, rispetto al 66% dei pazienti trattati con Deferoxamina. Ciò ha indicato che Exjade può non essere stato altrettanto efficace del medicinale di confronto. Tuttavia, se si considerano i 381 pazienti che all’inizio dello studio presentavano livelli particolarmente elevati di ferro nel fegato e che hanno ricevuto quantità comparabili di Exjade o Deferoxamina, i due medicinali sono risultati efficaci nella stessa misura.
Il numero di pazienti di età inferiore a sei anni inclusi nello studio era troppo limitato per dimostrare la sicurezza e l’efficacia di Exjade in questa fascia di età.
Nello studio supplementare, oltre la metà dei pazienti che non potevano essere trattati con Deferoxamina avevano risposto al trattamento con Exjade dopo un anno, compresi pazienti di età compresa tra due e cinque anni.

Nello studio su pazienti affetti da sindromi talassemiche non trasfusione-dipendenti, Exjade si è rivelato più efficace del placebo nel ridurre i livelli di ferro nel fegato: nei pazienti trattati con Exjade ( a una dose iniziale di 10 mg/kg al giorno ) i livelli di ferro nel sangue sono diminuiti in media di 3.8 mg per grammo di fegato, a fronte di un aumento medio di 0.4 mg per grammo di fegato nei pazienti trattati con placebo.

L’effetto indesiderato più comune di Exjade ( osservato in più di 1 paziente su 10 ) è l’aumento della creatinina nel sangue ( un indicatore di problemi al fegato ).

Exjade non deve essere somministrato a soggetti che sono ipersensibili ( allergici ) a Deferasirox o a uno qualsiasi degli altri ingredienti né ai soggetti con una clearance della creatinina ( una misura della capacità del rene di espellere la creatinina presente nel sangue ) inferiore a 60 ml al minuto.
Exjade non deve essere utilizzato in combinazione con altri chelanti del ferro.

È molto importante che i reni e il fegato del paziente siano controllati con esami del sangue prima dell’inizio del trattamento con Exjade e periodicamente durante il trattamento. Se il paziente sviluppa problemi ai reni o al fegato, occorre ridurre la dose o interrompere il trattamento.
Exjade non è indicato per pazienti con gravi problemi al fegato perché non è stato sperimentato in questi pazienti. ( Xagena2013 )

Fonte: EMA, 2013

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