Un documento, prodotto dall’FDA, l’Agenzia statunitense per il controllo dei farmaci, ha posto l’accento sul rischio di eruzioni cutanee e di anemia osservate nei pazienti trattati con Telaprevir ( Incivek ) nel corso degli studi clinici, e alla comparsa di mutazioni nell’enzima target che appaiono rendere il virus farmaco-resistente.
Telaprevir, sviluppato da Vertex Pharmaceuticals, è uno dei due inibitori della proteasi del virus dell'epatite C ( HCV ) approvati dalla Food and Drug Administration; l'altro è Boceprevir ( Victrelis ).
Telaprevir e Boceprevir rappresentano i primi farmaci che agiscono direttamente sul virus dell’epatite C, e che trovano impiego in associazione all’attuale regime standard basato su Interferone pegilato e Ribavirina.
Gli studi clinici hanno indicato che questi farmaci migliorano notevolmente i tassi di risposta virologica sostenuta quando aggiunti alla terapia standard. Inoltre, sono efficaci sia come terapia di prima linea sia nei pazienti che hanno già ricevuto il trattamento standard senza tuttavia raggiungere risposte sostenute.
Meno della metà dei pazienti trattati con Peginterferone e Ribavirina va incontro a risposta sostenuta.
Gli studi clinici con Telaprevir hanno indicato che l'aggiunta dell’inibitore della proteasi a Peginterferone e Ribavirina può aumentare il tasso di risposta sostenuta in misura superiore al 70% nei pazienti naive al trattamento.
I tassi di risposta sostenuta sono risultati più bassi nei pazienti con precedenti risposte inadeguate al trattamento standard, ma ancora molto più elevati rispetto ai controlli, se trattati con un altro ciclo di terapia convenzionale: a) responder in precedenza nulli: 31% versus 3%; responder in precedenza parziali: 57% versus 15%; recidivanti: 84% versus 24%.
I tassi di recidiva si sono ridotti nei pazienti trattati con Telaprevir rispetto ai controlli: 5% contro il 26% nei pazienti precedentemente non-trattati, e 10% contro 57% nei pazienti pre-trattati.
Il dosaggio raccomandato di Telaprevir è di 750 mg, tre volte al giorno, per 12 settimane, in combinazione con Peginterferone e Ribavirina a dosi standard, per 24 o 48 settimane, in base alla risposta virologica.
Per i pazienti naive al trattamento o con una precedente recidiva, la cui carica virale non è rilevabile alla settimana 4 e 12, potrebbe essere raccomandato il regime più breve ( 24 settimanre ), mentre gli altri pazienti dovrebbero essere trattati per 48 settimane.
Questo tipo di terapia guidata dalla risposta è visto con cautela dai revisori dell’FDA, poiché l’analisi dei dati per Boceprevir ha mostrato tassi di risposta inferiori per il regime terapeutico di minore durata.
Tuttavia, gli studi con Telaprevir non hanno evidenziato alcun problema con la terapia guidata dalla risposta.
Esistono timori riguardo al possibile sviluppo di mutazioni nella proteasi di HCV che potrebbero rendere il virus resistente all’antivirale. Gli studi clinici hanno mostrato la presenza di mutazioni puntiformi nelle proteasi dei pazienti che non riescono a mantenere buone risposte.
In uno degli studi, il 90% dei fallimenti terapeutici era associato a sostituzioni di aminoacidi nella sequenza della proteasi.
Riguardo alla sicurezza nel corso degli studi clinici con Telaprevir sono state riscontrate due importanti tossicità: le eruzioni cutanee che, in alcuni pazienti, sono state abbastanza gravi da giustificare la sospensione del farmaco, e l'anemia.
Più della metà dei pazienti trattati con Telaprevir ha riportato rash o prurito, con conseguente sospensione del trattamento nel 6% dei casi, con un’incidenza quasi doppia rispetto ai gruppi di controllo.
Allo stesso modo, la riduzione dell'emoglobina di grado 3 o superiore è stata osservata nel 55% dei pazienti con Telaprevir contro il 25% dei pazienti di controllo.
L'anemia è un problema anche per Boceprevir, ma le reazioni avverse cutanee sono associate solo alla terapia con Telaprevir. ( Xagena2011 )
Fonte: FDA, 2011
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