Si stima che i sintomi della malattia da reflusso gastro-esofageo ( GORD o GERD ) si verifichino nel 30-50% delle gravidanze, con incidenza vicina all'80% in alcune popolazioni.
Come per molte altre condizioni in gravidanza, la terapia medica con agenti farmaceutici è tema di preoccupazione, in quanto il potenziale di teratogenicità dei farmaci non è ben noto.
Anche se i numeri di prevalenza sono elevati, molti pazienti hanno sintomi lievi e poco frequenti, che spesso rispondono al modifiche dello stile di vita e della dieta.
L'esatto meccanismo e la patogenesi della malattia da reflusso gastroesofageo associata alla gravidanza è probabilmente multifattoriale.
Le strategie di trattamento per i pazienti che non rispondono alle terapie conservative includono un approccio iniziale con antiacidi e alginati, progressione con antagonisti dei recettori H2 dell’istamina seguiti da terapia con inibitore della pompa protonica ( PPI ) se indicata dai sintomi.
Sebbene la terapia con inibitori della pompa protonica sia il trattamento più efficace disponibile per la malattia da reflusso gastroesofageo, i dati relativi alla sicurezza per l'uso durante la gravidanza e l'allattamento al seno dopo il parto sono per lo più ottenuti da una analisi di coorte.
Dato il notevole impatto negativo della malattia da reflusso gastro-esofageo sulla qualità di vita e sulla funzionalità, l'uso di questa classe di farmaci non dovrebbe essere eccessivamente limitato in base esclusivamente alla gravidanza.
Sulla base degli studi presentati, l'esposizione a terapia con inibitori della pompa protonica durante la gravidanza sembra predisporre il feto a rischio minimo e, in generale, questi farmaci dovrebbero essere discussi con il medico di base, se ritenuti sintomaticamente necessari, nella paziente in stato di gravidanza. ( Xagena2012 )
Majithia R, Johnson DA, Drugs 2012; 72: 171-179
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