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Risedronato, Raloxifene e Alendronato: efficacia a confronto


L’osteoporosi è una condizione caratterizzata dalla riduzione della massa ossea e dalla degenerazione del tessuto osseo tale da aumentare il rischio di fratture vertebrali e non.
Ad oggi, le informazioni disponibili che confrontano l’efficacia dei farmaci impiegati in questa condizione sono limitate.

È stato condotto uno studio per valutare l’efficacia relativa di questi farmaci nel prevenire il rischio di fratture non-vertebrali.

Gli Autori hanno osservato una coorte di pazienti dai 65 anni di età, arruolati nell’ambito di due vasti programmi di assistenza farmaceutica statunitense.

I pazienti considerati eleggibili non dovevano aver assunto farmaci come bifosfonati, Calcitonina nasale e Raloxifene nell’anno precedente l’inizio del periodo di valutazione dello studio ( aprile 2000-giugno 2005 ).

Sono state osservate 1051 fratture non vertebrali nei 12 mesi successivi all’inizio del trattamento ( 2,62 fratture per 100 persone-anno ).
Non sono state evidenziate differenze significative nel rischio di fratture non-vertebrali tra Risedronato ( hazard ratio, HR=1,01 ), Raloxifene ( HR=1,18 ) e Alendronato.

Tuttavia, nei pazienti con precedenti storie di fratture, l’assunzione di Raloxifene rispetto all’Alendronato ha evidenziato un numero maggiore di fratture non-vertebrali nei 12 mesi ( HR=1,78 ).

I pazienti trattati con Calcitonina hanno mostrato un rischio maggiore di fratture non-vertebrali rispetto ai pazienti trattati con Alendronato ( HR=1,40 ).

Conclusioni. Le differenze nel prevenire il rischio di fratture tra Risedronato, Raloxifene e Alendronato sono esigue. Il rischio è maggiore nei pazienti che assumono Calcitonina nasale rispetto all’Alendronato.
Sono necessari ulteriori studi che mettano in relazione i possibili confondenti. Alcuni limiti sono stati evidenziati dall’Autore dell’editoriale che ha accompagnato lo studio: mancanza di randomizzazione, non conoscenza dei fattori che hanno spinto i medici ad usare l’uno o l’altro farmaco, il gruppo di pazienti trattati con Calcitonina aveva maggiori comorbilità, ulteriori farmaci assunti e recenti ospedalizzazioni e in un ristretto numero di pazienti trattati con Raloxifene o Calcitonina era stata già diagnosticata una condizione osteoporotica. Tutti questi fattori possono pesare sul rischio di fratture, indipendentemente dall’efficacia del farmaco.

Cadarette SM et al, Ann Int Med 2008; 148: 637-46; Malozowski S, Ann Int Med 2008; 148: 702-3 ( editorial )

Fonte: Bollettino di informazione sui farmaci, 2008


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