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Pradaxa: un inibitore della trombina


Pradaxa è un medicinale contenente il principio attivo Dabigatran etexilato, che trova indicazione nella prevenzione della formazione di coaguli di sangue nelle vene di adulti sottoposti a interventi chirurgici di sostituzione dell’anca o del ginocchio.
È inoltre indicato per prevenire gli ictus e la formazione di coaguli negli adulti con fibrillazione atriale non-valvolare, che sono pertanto considerati a rischio di ictus.

Pradaxa è disponibile in compresse di colore blu e crema ( 75, 110 e 150 mg ).

Le capsule vanno deglutite intere con acqua. Nei pazienti che sono stati sottoposti a un intervento di sostituzione dell’anca o del ginocchio, il trattamento con Pradaxa deve essere iniziato con una capsula da 110 mg, entro 1-4 ore dalla fine dell’operazione. La terapia continua poi con 220 mg di medicinale ( 2 capsule da 110 mg ), una volta al giorno, per 28-35 giorni in caso di sostituzione dell’anca e per 10 giorni in caso di sostituzione del ginocchio. L’inizio del trattamento deve essere rinviato nei pazienti in cui la sede dell’operazione non ha cessato di sanguinare. Qualora il trattamento non sia iniziato il giorno dell’intervento, è necessario cominciare con 2 capsule 1 volta al giorno. Ai pazienti con problemi renali di grado moderato, ai pazienti con più di 75 anni d'età o in caso di trattamento concomitante con Amiodarone ( Cordarone ), Chinidina ( Idrochinidina ) o Verapamil ( Isoptin ) va somministrata una dose inferiore.
Nella prevenzione di ictus e coaguli di sangue in pazienti con fibrillazione atriale non-valvolare, Pradaxa è assunto alla dose di 300 mg ( 1 capsula da 150 mg 2 volte al giorno ) nell’ambito di una terapia di lungo termine. La dose somministrata è inferiore nei pazienti con problemi renali di moderata entità a elevato rischio di emorragia, nei pazienti di età superiore agli 80 anni e nei pazienti in cura con Verapamil. Una dose inferiore può inoltre essere impiegata in pazienti di età compresa tra i 75 e gli 80 anni a elevato rischio di emorragia. Tutti i pazienti considerati a rischio di sanguinamento devono essere monitorati attentamente e la dose di Pradaxa è diminuita a discrezione del medico.

Nei pazienti che si sottopongono a un intervento di sostituzione dell’anca o del ginocchio sussiste un rischio elevato di insorgenza di coaguli di sangue nelle vene. Questi coaguli, che comprendono la trombosi venosa profonda ( TVP ), possono essere pericolosi nel momento in cui si spostano all’interno del corpo, ad es. verso i polmoni. Nei pazienti con fibrillazione atriale c’è il rischio che si formino coaguli di sangue che possono provocare un ictus.

Il principio attivo di Pradaxa, Dabigatran etexilato, è un profarmaco di Dabigatran. Ciò significa che viene convertito in Dabigatran nell’organismo.
Dabigatran è un anticoagulante, che attenua il rischio dell’insorgenza dei coaguli venosi bloccando una sostanza chiamata trombina, la quale svolge un ruolo essenziale nel processo di coagulazione del sangue.

Sono stati condotti due studi principali per porre a confronto Pradaxa ( 220 oppure 150 mg al giorno ) con Enoxaparina ( Clexane ) in pazienti che erano stati precedentemente sottoposti a un intervento di sostituzione dell’anca o del ginocchio. Il primo studio comprendeva un totale di 2.101 pazienti sottoposti a intervento di sostituzione del ginocchio, mentre il secondo comprendeva un totale di 3.494 pazienti sottoposti a intervento di sostituzione dell’anca.
In entrambi gli studi, la principale misura di efficacia si basava sul numero di pazienti con formazione di coaguli di sangue nelle vene oppure sui decessi avvenuti per una causa qualsiasi nel corso del trattamento.
Nella maggior parte dei casi, la formazione di coaguli di sangue era individuata con l’impiego di immagini diagnostiche oppure ricercando tracce di coaguli di sangue nei polmoni.

Nell’ambito di un terzo studio principale Pradaxa ( 110 mg e 150 mg 2 volte al giorno ) è stato messo a confronto con Warfarin ( Coumadin ) in circa 18.000 pazienti adulti con fibrillazione atriale considerati a rischio di ictus. La terapia è durata da 1 fino a 3 anni.
Il principale parametro dell’efficacia era il numero di pazienti che avevano subito un ictus o nei quali un coagulo di sangue aveva bloccato i vasi sanguigni in altre parti del corpo.

Pradaxa ha dimostrato un’efficacia equivalente a quella dell’Enoxaparina nel prevenire la formazione di coaguli di sangue o il decesso. Nello studio riguardante pazienti sottoposti a sostituzione del ginocchio, coaguli di sangue sono stati rilevati nel 36% dei pazienti che assumevano Pradaxa a un dosaggio di 220 mg ( 182 su 503 ), rispetto al 38% dei pazienti che ricevevano Enoxaparina ( 192 su 512 ). Un solo caso di decesso è stato registrato in ciascun gruppo ( meno dell’1% ).

Nello studio condotto su pazienti sottoposti a sostituzione dell’anca, coaguli di sangue sono stati rilevati nel 6% dei pazienti che assumevano 220 mg di Pradaxa ( 50 su 880 ), rispetto al 7% dei pazienti che ricevevano Enoxaparina ( 60 su 897 ). Tre pazienti del gruppo Pradaxa sono deceduti ( meno dell’1% ); tuttavia 2 di questi decessi non sono dipesi da coaguli di sangue. Negli studi effettuati su pazienti sottoposti a sostituzione di anca o ginocchio alcuni elementi facevano supporre che la dose da 220 mg potesse essere più efficace rispetto alla dose da 150 mg.

Pradaxa si è dimostrato efficace anche nello studio condotto su pazienti affetti da fibrillazione atriale: si sono osservati ictus o altri problemi riconducibili alla formazione di coaguli di sangue nell’1.5% circa dei pazienti in cura con Pradaxa 110 mg ( 183 pazienti su 6.015 ) e nell’1.1% dei pazienti trattati con Pradaxa 150 mg ( 134 su 6.076 ) rispetto all’1.7% del gruppo trattato con Warfarin ( 202 su 6.022 ).

L’effetto indesiderato più comune di Pradaxa ( osservato in più di un paziente su 10 ) è il sanguinamento.

Pradaxa non deve essere usato in persone che potrebbero essere ipersensibili ( allergiche ) al Dabigatran etexilato o a uno qualsiasi degli altri componenti. Il medicinale non deve essere usato in pazienti con gravi problemi renali, sanguinamento attivo significativo, danni ai tessuti che potrebbero portare a sanguinamento, problemi del processo di coagulazione del sangue ( congeniti, di origine ignota oppure dovuti ad altri medicinali ) o problemi a carico del fegato.
Pradaxa non deve essere somministrato a pazienti che assumono, per via orale o endovenosa, i medicinali antimicotici Ketoconazolo ( Nizoral ) e Itraconazolo ( Sporanox ) o i farmaci immunosoppressori Ciclosporina e Tacrolimus.

Il CHMP ha notato che l’effetto di Pradaxa nel prevenire la formazione di coaguli di sangue in pazienti che sono stati sottoposti a un intervento di sostituzione dell’anca o del ginocchio è paragonabile a quello di Enoxaparina. Essendo assunto per via orale, Pradaxa ha il vantaggio di essere più comodo per i pazienti.
Il CHMP ha osservato inoltre che Pradaxa risulta altrettanto efficace di Warfarin nel ridurre il rischio di ictus in pazienti con fibrillazione atriale, senza aumentare il rischio di importanti sanguinamenti. Tuttavia, nei pazienti trattati con Pradaxa di età superiore ai 75 anni si è osservato un accresciuto rischio di sanguinamenti importanti. Pertanto, si deve valutare l’opportunità di ridurre la dose del medicinale nei pazienti di età compresa tra i 75 e gli 80 anni, mentre nei pazienti di età pari o superiore agli 80 anni si consiglia una riduzione della dose. ( Xagena2012 )

Fonte: EMA, 2012


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