Nulojix, il cui principio attivo è Belatacept, è una polvere per la preparazione di una soluzione per infusione. Nulojix viene somministrato negli adulti per prevenire il rigetto del rene trapiantato.
L’anticorpo monoclonale viene utilizzato in combinazione con corticosteroidi e Acido Micofenolico ( altri medicinali atti a
prevenire il rigetto degli organi ).
Durante la prima settimana dopo il trapianto di rene occorre abbinare a Nulojix anche un antagonista del recettore della interleuchina-2.
Nulojix deve essere somministrato per infusione endovenosa in 30 minuti. Le dosi si calcolano in base al peso del paziente. Nella fase iniziale il dosaggio è di 10 mg per chilogrammo di peso corporeo il giorno 1 ( giorno del trapianto o giorno precedente ) e poi di nuovo i giorni 5, 14, 28 e alla fine dell’ottava e della dodicesima settimana.
Dopo la fase iniziale, che dura tre mesi, si somministra una dose di mantenimento di 5 mg/kg ogni quattro settimane, partendo dalla fine della sedicesima settimana.
Il principio attivo di Nulojix, Belatacept, è un farmaco immunosoppressivo che reprime l’attività dei linfociti T, cellule del sistema immunitario che possono essere coinvolte nel rigetto dell’organo.
Prima che possano entrare in azione, i linfociti T devono essere attivati. Questo accade quando determinate molecole si legano ai recettori presenti sulla loro superficie. Belatacept si lega a due di queste molecole, chiamate CD80 e CD86, impedendo loro di attivare i linfociti T e aiutando dunque a prevenire il rigetto dell’organo trapiantato.
Nulojix è stato messo a confronto con la Ciclosporina A ( un altro medicinale utilizzato per prevenire il rigetto degli organi ) in due studi cardine condotti su un totale di 1 209 pazienti sottoposti a trapianto di rene. Ad alcuni pazienti è stato somministrato un trattamento intensivo di Nulojix, che prevedeva una fase iniziale più lunga di sei mesi. Durante la prima settimana dopo il trapianto, a tutti i pazienti coinvolti sono stati inoltre somministrati corticosteroidi, Acido Micofenolico e Basiliximab ( un
antagonista del recettore della interleuchina-2 ).
Le principali misure di efficacia considerate sono state la percentuale dei pazienti sopravvissuti con il rene trapiantato intatto e la funzionalità dell’organo.
Gli studi inoltre hanno preso in esame il numero di rigetti dell’organo verificatisi entro un anno dal trapianto.
Nulojix è risultato in grado di migliorare la sopravvivenza del paziente e dell’organo in seguito a trapianto di rene. Nel primo studio il 97% dei pazienti trattati con Nulojix è sopravvissuto con il rene intatto ( 218 su 226 ), rispetto al 93% dei pazienti trattati con Ciclosporina A ( 206 su 221 ). La funzionalità renale è risultata compromessa circa nel 54% dei pazienti trattati con Nulojix e nel 78% di quelli trattati con Ciclosporina A. La percentuale di pazienti che hanno avuto un episodio di rigetto
entro un anno dal trapianto è stata del 17% per Nulojix e del 7% per la Ciclosporina A.
Nel secondo studio l’89% ( 155 su 175 ) dei pazienti trattati con Nulojix e l’85% ( 157 su 184 ) di quelli trattati con la Ciclosporina A sono sopravvissuti con il rene intatto. La funzionalità renale è risultata compromessa nel 77% dei pazienti trattati con Nulojix e nell’85% di quelli trattati con la Ciclosporina A. La percentuale di pazienti che hanno avuto un episodio di rigetto entro un anno dal trapianto è stata del 18% per Nulojix e del 14% per la Ciclosporina A.
Il trattamento intensivo a base di Nulojix con una fase iniziale più lunga, della durata di sei mesi, ha prodotto risultati simili al trattamento con fase iniziale di tre mesi.
Gli effetti indesiderati gravi più comuni di Nulojix, osservati in più del 2% dei pazienti, sono stati: infezione del tratto urinario, infezione da citomegalovirus, piressia ( febbre ), aumento della creatinina nel sangue ( marker di alterazioni renali ), pielonefrite ( infezione renale ), diarrea, gastroenterite ( diarrea e vomito ), scarsa funzionalità del rene trapiantato, leucopenia
( scarso numero di globuli bianchi ), polmonite, carcinoma basocellulare, anemia ( scarso numero di globuli rossi ), disidratazione.
Nulojix non deve essere somministrato a soggetti che non sono stati esposti al virus di Epstein-Barr o la cui esposizione non è certa. Infatti i pazienti trattati con Nulojix che non sono stati esposti al virus hanno un rischio maggiore di ammalarsi di un tipo di cancro noto come disordine linfoproliferativo post-trapianto.
Il CHMP ha osservato che Nulojix non ha gli effetti tossici sul rene riscontrati con altri farmaci immunosoppressivi utilizzati comunemente nei trapianti. Anche se gli studi hanno mostrato un maggior numero di rigetti dopo un anno di trattamento con Nulojix rispetto alla Ciclosporina A, la sopravvivenza del paziente e dell’organo non è risultata ridotta dopo tre anni.
Nel complesso, i benefici di Nulojix sono paragonabili a quelli del medicinale di confronto.
Il CHMP ha pertanto ritenuto che i benefici siano superiori ai rischi individuati. ( Xagena2016 )
Fonte: EMA, 2016
Nefro2016 Chiru2016 Farma2016