Sprycel, il cui principio attivo è Dasatinib, trova impiego nel trattamento degli adulti affetti dai seguenti tipi di leucemia:
- leucemia mieloide cronica ( LMC ) in fase cronica nei pazienti di nuova diagnosi che sono positivi al cromosoma Philadelphia ( Ph+ ). In presenza di leucemia mieloide cronica i granulociti iniziano a svilupparsi in modo incontrollabile. Il termine Ph+ si riferisce al fatto che alcuni geni dei pazienti si sono riorganizzati per formare uno speciale cromosoma, denominato cromosoma Philadelphia, che produce un enzima, la chinasi Bcr-Abl. Quest’ultima determina lo sviluppo della leucemia;
- leucemia mieloide cronica nelle fasi cronica, accelerata e blastica. Sprycel è impiegato quando altri trattamenti, tra cui Imatinib, non sono efficaci o causano effetti indesiderati;
- leucemia linfoblastica acuta ( LLA ) Ph+, nella quale i linfociti si moltiplicano troppo velocemente, o leucemia mieloide cronica in fase blastica linfoide. Sprycel è usato quando altri trattamenti non-funzionano o causano effetti indesiderati fastidiosi.
Sprycel è anche impiegato nei bambini per il trattamento di:
- leucemia mieloide cronica Ph+ di nuova diagnosi in fase cronica o leucemia mieloide cronica Ph+ quando non possono essere somministrati, o non hanno funzionato, altri trattamenti, tra cui Imatinib;
- leucemia linfoblastica acuta Ph+ di nuova diagnosi in associazione a chemioterapia.
Sprycel è disponibile sotto forma di compresse ( 20, 50, 70, 80, 100 e 140 mg ) e di polvere per la preparazione di una sospensione ( 10 mg/ml ) da assumere per bocca. Va assunto una volta al giorno, sistematicamente al mattino o alla sera. Le dosi di Sprycel in compresse e in sospensione non sono le stesse.
La dose iniziale dipende dall’affezione in trattamento e, per i bambini, dal peso corporeo.
La dose è successivamente aumentata in modo graduale fino a quando la malattia non è sufficientemente controllata.
Ai bambini con leucemia linfoblastica acuta trattati anche con altri farmaci antitumorali viene somministrata una dose fissa di Sprycel durante tutta la terapia. Il medico può ridurre la dose o interrompere il trattamento se la conta delle cellule ematiche è troppo bassa o se si verificano determinati effetti indesiderati. Il trattamento va interrotto se il medicinale non controlla più l’affezione o se il paziente non può assumerlo a causa degli effetti indesiderati.
Il principio attivo di Sprycel, Dasatinib, appartiene a un gruppo di medicinali che blocca enzimi noti come proteinchinasi. Dasatinib agisce principalmente inibendo la proteinchinasi Bcr-Abl. Questo enzima, prodotto dalle cellule leucemiche, le induce a proliferare in maniera incontrollata. Bloccando Bcr-Abl e altre chinasi, Sprycel contribuisce a ridurre il numero di cellule leucemiche.
I cinque studi principali su Sprycel negli adulti sono stati effettuati su 515 pazienti, tutti
precedentemente trattati con Imatinib, che non aveva funzionato o aveva smesso di funzionare. La maggior parte di questi studi, nessuno dei quali ha messo a confronto Sprycel con un altro medicinale, ha valutato la risposta della leucemia al trattamento misurando i livelli di globuli bianchi e di piastrine nel sangue, per verificare se stessero tornando a livelli normali, e rilevando il numero di globuli bianchi contenenti il cromosoma Philadelphia, per vedere se stesse diminuendo.
Due studi sono stati effettuati su pazienti (198 e 36 ) affetti da leucemia mieloide acuta in fase cronica, uno su pazienti ( 120 ) con leucemia mieloide acuta in fase accelerata, uno su pazienti ( 80 ) con leucemia mieloide cronica in fase blastica mieloide e uno su
pazienti ( 81 ) con leucemia linfoblastica acuta Ph+ e in fase blastica linfoide.
Nello studio principale di più ampia portata, effettuato su pazienti con la leucemia mieloide cronica in fase cronica, i livelli ematici delle piastrine e dei globuli bianchi sono tornati a valori normali nel 90% dei casi.
Nei pazienti affetti da leucemia mieloide cronica nelle altre fasi ( accelerata, blastica mieloide e blastica linfoide ) e da leucemia linfoblastica acuta si è avuta una
risposta completa nel 25-33% dei casi. Inoltre, il numero di globuli bianchi contenenti il cromosoma Philadelphia si è ridotto nel 33-66% circa dei pazienti trattati nei cinque studi principali.
Due ulteriori studi hanno confrontato gli effetti di Sprycel assunto una o due volte al giorno: uno condotto su 670 pazienti affetti da leucemia mieloide cronica in fase cronica e l’altro su 611 pazienti affetti da leucemia mieloide cronica in fase avanzata o leucemia linfoblastica acuta Ph+. La somministrazione di Sprycel una e due volte al giorno ha evidenziato tassi analoghi di efficacia, ma la somministrazione una volta al giorno ha causato meno effetti indesiderati.
Un ulteriore studio condotto su 519 pazienti ha confrontato Sprycel con Imatinib nel trattamento di pazienti Ph+ di nuova diagnosi affetti da leucemia mieloide acuta in fase cronica, i quali in precedenza non erano stati sottoposti ad alcun trattamento. Sprycel è stato più efficace di Imatinib: in un anno, il 77% dei pazienti che avevano assunto Sprycel non presentava più il cromosoma Philadelphia nelle cellule ematiche, rispetto al 66% dei pazienti che avevano assunto Imatinib.
Un altro studio principale ha esaminato l’efficacia di Sprycel in 113 bambini affetti da leucemia mieloide cronica Ph+ in fase cronica, tra cui 29 che non potevano assumere Imatinib o non avevano risposto a tale terapia e 84 di nuova diagnosi che non erano stati precedentemente trattati. È stata osservata una risposta nel 90% circa dei pazienti che non potevano assumere Imatinib o non avevano risposto a tale terapia e nel 94% di quelli di nuova diagnosi.
In uno studio su 106 bambini e adolescenti con leucemia linfoblastica acuta Ph+ di nuova diagnosi i pazienti sono stati trattati con Sprycel e chemioterapia. La principale misura dell’efficacia era la percentuale di pazienti che non hanno avuto un evento indesiderato entro 3 anni dal trattamento. Si è considerato ascrivibile a un tale evento qualsiasi eventuale segno della malattia a livello di midollo osseo, recidiva della stessa in
qualsiasi parte dell’organismo, un secondo cancro o il decesso. Tra i pazienti trattati con Sprycel e chemioterapia, il 66% non ha avuto alcun evento indesiderato. In confronto, sulla base dei risultati di studi precedenti, il dato era del 49% nei pazienti che si erano sottoposti alla sola chemioterapia e del 59% nei pazienti che avevano ricevuto Imatinib e chemioterapia.
Gli effetti indesiderati più comuni di Sprycel ( osservati in più di 1 paziente su 10 ) sono infezione, soppressione del midollo osseo ( numero decrescente di cellule ematiche ), cefalea, emorragia, versamento pleurico ( liquido intorno ai polmoni ), dispnea ( difficoltà respiratoria ), diarrea, vomito, nausea, dolore addominale, eruzione cutanea, dolore muscolo-scheletrico, stanchezza, gonfiore a livello di gambe e braccia o del viso, febbre.
L’Agenzia europea per i medicinali, EMA, ha deciso che i benefici di Sprycel sono superiori ai rischi. ( Xagena2019 )
Fonte: EMA, 2019
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