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Inibitori del VEGF: Avastin


Avastin, il cui principio attivo è Bevacizumab, trova indicazione assieme ad altri farmaci antitumorali per il trattamento di: carcinoma metastatico del colon o del retto, in combinazione con chemioterapia contenente una fluoropirimidina ( per es. Fluorouracile-5 ); carcinoma metastatico della mammella, in combinazione con Paclitaxel; carcinoma polmonare avanzato, metastatico o in ricaduta, non a piccole cellule, non resecabile nei pazienti le cui cellule tumorali non sono di tipo squamoso, in combinazione con chemioterapia comprendente un farmaco a base di Platino; carcinoma renale avanzato o metastatico, in combinazione con Interferone alfa-2a.

Avastin deve essere somministrato sotto la supervisione di un medico esperto nell’impiego di farmaci antitumorali. La prima infusione di Avastin deve durare 90 minuti, ma le infusioni successive possono essere somministrate in un lasso di tempo più breve se la prima è stata ben tollerata. La dose è compresa tra 5 e 15 mg per chilogrammo di peso corporeo ogni 2 o 3 settimane, in base al tipo di tumore che deve essere trattato. Il trattamento deve essere proseguito fino al peggioramento della malattia.

Bevacizumab, il principio attivo di Avastin, è un anticorpo monoclonale, che si lega al fattore di crescita endoteliale vascolare ( VEGF ), una proteina che circola nel sangue e che contribuisce allo sviluppo dei vasi sanguigni. Una volta che Avastin si lega al VEGF, gli impedisce di funzionare. Le cellule tumorali quindi non sono più in grado di produrre nuovi vasi sanguigni e muoiono per mancanza di ossigeno e nutrimento, con un conseguente rallentamento della crescita tumorale.

Per quanto riguarda il carcinoma del colon o del retto, gli effetti di aggiungere Avastin a combinazioni di farmaci antitumorali contenenti una fluoropirimidina sono stati osservati nel corso di 3 studi principali. I primi 2 studi comprendevano pazienti in cui la malattia aveva sviluppato metastasi e che ricevevano il trattamento per la prima volta: il primo studio ( 923 pazienti ) ha posto a confronto chemioterapia con e senza l’aggiunta di Avastin. Il secondo studio ( 1.401 pazienti ) ha confrontato l’aggiunta di Avastin con quella di un placebo. Il terzo studio comprendeva 829 pazienti che non avevano risposto a trattamento precedente, comprendente una fluoropirimidina e un irinotecano.
Avastin è stato esaminato su 722 pazienti con carcinoma mammario. Lo studio era volto a misurare l’efficacia di Avastin in combinazione al trattamento con Paclitaxel.
Per quanto riguarda il carcinoma polmonare, Avastin è stato esaminato su 878 pazienti. Nel corso dello studio è stata confrontata l’efficacia dell’associazione di Avastin a chemioterapia a base di Platino con quella di chemioterapia da sola.
Per quanto riguarda il carcinoma renale, Avastin è stato studiato su 649 pazienti con tumore in stato avanzato o metastatico. Lo studio ha confrontato Avastin con placebo, entrambi somministrati in combinazione con Interferone alfa-2a.
In tutti gli studi, il principale parametro dell’efficacia era il tempo complessivo di sopravvivenza o il tempo di sopravvivenza libero da progressione ( ossia il tempo che la malattia impiega per peggiorare o prima che si verifichi il decesso del paziente ).

L’aggiunta di Avastin alla terapia per la cura del carcinoma del colon o del retto ha prolungato sia il tempo complessivo di sopravvivenza che il periodo di sopravvivenza libero da progressione, quando aggiunto a chemioterapia contenente fluoropirimidina. Nel primo studio su pazienti non trattati in precedenza, l’aggiunta di Avastin ha aumentato il periodo complessivo medio di sopravvivenza a 20,3 mesi, rispetto a 15,6 mesi per i pazienti trattati solo con chemioterapia. Nel secondo studio, il periodo di sopravvivenza libero da progressione era di 9,4 mesi nei pazienti che hanno ricevuto Avastin e di 8,0 mesi nei pazienti trattati con placebo. Nei pazienti trattati in precedenza, i tempi complessivi di sopravvivenza erano di 13 mesi nei pazienti cui è stato aggiunto Avastin rispetto a 10,8 mesi per i pazienti trattati soltanto con chemioterapia.
Nei pazienti con carcinoma mammario, il periodo medio di sopravvivenza libero da progressione della malattia era di 13,3 mesi nei pazienti in cura con Avastin e Paclitaxel rispetto a 6,7 mesi dei soggetti trattati esclusivamente con Paclitaxel.
Nel caso di carcinoma polmonare, i pazienti che hanno assunto Avastin in associazione a Paclitaxel e Carboplatino sono sopravvissuti in media 12,3 mesi, rispetto ai 10,3 mesi dei pazienti trattati solamente con Paclitaxel e Carboplatino.
Nel caso del carcinoma renale, il periodo medio di sopravvivenza libero da progressione era di 10,2 mesi per i pazienti che hanno ricevuto Avastin, rispetto a 5,4 mesi per i pazienti cui è stato somministrato un placebo.

Gli effetti indesiderati più comuni osservati nei pazienti in cura con Avastin associato o meno a chemioterapia ( osservati in più di 1 paziente su 10 ) sono: leucopenia ( riduzione del numero dei globuli bianchi nel sangue ), trombocitopenia ( riduzione dei livelli di piastrine nel sangue ), neutropenia ( diminuzione del numero di neutrofili nel sangue ), neuropatia sensoria periferica ( affezione delle terminazioni nervose delle estremità, ossia di mani e piedi ), ipertensione, diarrea, nausea, vomito, astenia, affaticamento, anoressia ( grave diminuzione o perdita dell’appetito ), disgeusia ( alterazione della sensibilità gustativa ), mal di testa, disturbi oculari, dispnea ( difficoltà di respirazione ), epistassi ( perdita di sangue dal naso ), rinite, costipazione, stomatite ( infiammazione della mucosa della cavità orale ), emorragia rettale ( fuoriuscita di sangue dal retto ), dermatite esfoliativa ( desquamazione ), secchezza cutanea, decolorazione della pelle, proteinuria ( presenza di proteine nelle urine ), piressia ( febbre ) e dolore. Gli effetti collaterali più gravi sono perforazione gastrointestinale, fistole ( condotti di origine patologica tra organi ), emorragia e tromboembolia arteriosa ( occlusione di un’arteria per coaguli di sangue ).

Avastin non deve essere utilizzato in soggetti che potrebbero essere ipersensibili ( allergici ) a Bevacizumab o a uno qualsiasi degli altri componenti. Avastin non deve essere somministrato a pazienti ipersensibili ai derivati di cellule ovariche di criceto cinese o ad altri anticorpi ricombinanti. Il medicinale non deve essere somministrato a donne in stato di gravidanza. ( Xagena2009 )

Fonte: EMEA, 2009


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