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Bosulif a base di Bosutinib per il trattamento della leucemia mieloide cronica positiva per il cromosoma Philadelphia


Bosulif è un medicinale antitumorale usato per il trattamento della leucemia mieloide cronica ( LMC ), un tumore dei globuli bianchi, negli adulti che hanno uno speciale cromosoma nelle cellule denominato cromosoma Philadelphia.
Bosulif è impiegato per il trattamento delle tre fasi della leucemia mieloide cronica denominate fase cronica, fase accelerata e fase blastica nei pazienti che sono già stati trattati con uno o più inibitori della tirosin-chinasi, e nei casi in cui non sono adatti gli inibitori della tirosin-chinasi Dasatinib, Imatinib e Nilotinib.
Bosulif è anche usato per il trattamento dei pazienti affetti da leucemia mieloide cronica in fase cronica recentemente diagnosticata.
Bosulif contiene il principio attivo Bosutinib.

Bosulif è disponibile in compresse ( 100, 400 e 500 mg ). La dose raccomandata è di 400 mg una volta al giorno per i pazienti a cui è stata recentemente diagnosticata la malattia, e di 500 mg una volta al giorno per i pazienti che sono già stati trattati con altri medicinali. Il medico può aumentare la dose fino a 600 mg una volta al giorno oppure ridurla o interrompere il trattamento, a seconda della modalità di azione del medicinale e degli effetti indesiderati che il paziente manifesta.

Il principio attivo di Bosulif, Bosutinib, è un inibitore della tirosin-chinasi. Blocca l’azione di enzimi noti come tirosin-chinasi Src e Bcr-Abl, presenti sulle cellule leucemiche, dove sono coinvolti nella stimolazione della divisione incontrollata delle cellule. Bloccando la loro azione, Bosulif contribuisce al controllo della divisione cellulare e, di conseguenza, al controllo della crescita e della diffusione delle cellule leucemiche nella leucemia mieloide cronica.

Gli studi effettuati hanno dimostrato che Bosulif è efficace nel ridurre la percentuale di globuli bianchi con il cromosoma Philadelphia.

Bosulif è stato esaminato in uno studio principale condotto su 570 pazienti con leucemia mieloide cronica Ph+ ( positivo per il cromosoma Philadelphia ) trattati in precedenza con almeno un inibitore della tirosin-chinasi, e non è stato confrontato con altri trattamenti.
È stato ritenuto che 52 di tali pazienti presentassero un’esigenza medica non-soddisfatta, dal momento che una resistenza della malattia o il rischio di gravi effetti indesiderati rendevano inadeguati altri inibitori della tirosin-chinasi. Tra questi pazienti, 36 si trovavano in una fase cronica della leucemia mieloide cronica e 16 in una fase accelerata o blastica.
Il principale parametro dell’efficacia è stato il numero di pazienti che hanno mostrato almeno una risposta citogenetica maggiore ( in cui la percentuale di globuli bianchi con cromosoma Philadelphia era scesa al di sotto del 35% ) dopo 6 mesi di trattamento con Bosulif.
L’efficacia è stata misurata anche in altri modi, tra cui la risposta ematologica ( un ritorno a valori normali del numero di globuli bianchi nel sangue ).
Il trattamento con Bosulif è risultato efficace nei pazienti con un’esigenza medica non-soddisfatta: 18 su 36 con leucemia mieloide cronica in fase cronica hanno manifestato una risposta citogenetica maggiore, mentre 7 pazienti su 16 con leucemia mieloide cronica avanzata ( in fase accelerata o blastica ) hanno anche manifestato una risposta sufficiente in base ad altri parametri.

Un secondo studio condotto su 536 pazienti con leucemia mieloide cronica recentemente diagnosticata in fase cronica ha messo a confronto Bosulif con Imatinib.
Il principale parametro dell’efficacia era il numero di pazienti che ha mostrato una risposta molecolare maggiore ( in cui la quantità nel midollo osseo di BCRABL, la proteina prodotta dal cromosoma Philadelphia, era notevolmente diminuita ).
Dopo 1 anno di trattamento, il 47% ( 116 su 246 ) dei pazienti trattati con Bosulif ha evidenziato una risposta molecolare maggiore rispetto al 37% ( 89 su 241 ) dei pazienti trattati con Imatinib.

Gli effetti indesiderati più comuni di Bosulif ( che possono riguardare più di 1 persona su 5 ) sono diarrea, nausea ( sensazione di malessere ), trombocitopenia ( bassa conta piastrinica ), dolore addominale, vomito, eruzione cutanea, anemia ( bassa conta di eritrociti ), stanchezza, febbre e livelli più elevati degli enzimi epatici.
Gli effetti indesiderati più gravi ( che possono riguardare più di 1 persona su 20 ) hanno incluso trombocitopenia, anemia, diarrea, eruzione cutanea, neutropenia ( bassa conta di neutrofili ) ed esami del sangue ad indicare danni al fegato e al pancreas.

Bosulif non deve essere usato nei pazienti con ridotta funzione epatica.

Bosulif ha dimostrato di migliorare la condizione dei pazienti affetti da leucemia mieloide cronica, anche riducendo il numero di cellule tumorali con il cromosoma Philadelphia e ripristinando i livelli normali dei globuli bianchi.
Gli effetti indesiderati del medicinale sono considerati gestibili.
Pertanto l’Agenzia europea per i medicinali, EMA, ha deciso che i benefici di Bosulif sono superiori ai rischi. ( Xagena2018 )

Fonte: EMA, 2018

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